I problemi dell'aeronavigazione

Paolo Buzzi apre nel 1909 il volume di poesie Aeroplani con un ditirambico e un feroce Inno alla guerra dedicato a Marinetti, “principe dei guerrieri” del quale pubblica il secondo manifesto futurista in cui questi esalta l’impiego bellico di un biplano armato di mitragliatrice. La guerra poi dilaga in Mafarka, re guerriero il cui figlio Gazurmath, artificialmente costruito, infusagli dal padre la vita con un soffio al prezzo della propria, si innalza verso il sole per detronizzarlo. Reincarnatosi così Mafarka in un essere naturale e artificiale insieme, Marinetti trasferisce lo spirito della guerra che anima il padre e il figlio, dalla terra allo spazio, del resto già divenuto, secondo le profezie della letteratura popolare che conosciamo, luogo di guerra.
Sempre nello spazio si gioca il differente destino dei due piloti dannunziani: Cambiaso muore, coniugando volontà di potenza e di morte, Tarsis sopravvive non annullando ma trasferendo, come Bleriot prima e altri dopo di lui, la sfida mortale lungo la freccia orizzontale che indica una più comprensibile perché utile rotta. Rischio inevitabile e bravura si compongono così in un quadro razionale con la sensatezza della performance: trasferire velocemente l’uomo, da un luogo all’altro. Tra questi propositi in Forse che sì, va detto, non vi è , ancora la guerra. Per promuovere il suo libro e per denaro (30.000 lire, ma ha debiti per quasi mezzo milione! E i creditori incalzano) lo scrittore si trasforma tra il 21 febbraio e il 13 marzo 1910 in conferenziere di relativo successo. Prima di interrompere deluso dalla scarsa affluenza di pubblico la tournée, tocca nove città italiane sulle dodici previste, mentre Trento e Trieste gli saranno vietate dalle autorità austriache, e con ragione (il poeta ha scelto il campo in cui stare, la Francia, che da marzo lo ospiterà per tutto il suo non breve soggiorno forzato all’estero). Il tema è il “dominio dei cieli” nel senso della vittoria dell’uomo su una condizione di natura che gli apre un mondo di nuove potenzialità, individuali e collettive compresa la trasformazione dell’aereo in arma. Più avanti nella previsione del futuro si spinge Marinetti, che nel 1910 in un inno all’elettricità quale elemento di progresso e insieme arma di guerra sogna che l’uomo, divenuto “aereo” – è un aggettivo, la precisazione, lo vedremo, è necessaria – ormai raramente scende a terra. Anche i lavori agricoli li sorveglia da un monoplano.

 

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Bessie Coleman
1892-1926

L'aeronautica aprendo all'uomo un nuovo campo d'azione, il campo dell'aria, doveva, necessariamente, portare l'uomo a battersi anche nell'aria, perché dovunque due uomini possono incontrarsi, là una lotta è inevitabile.

Giulio Dohuet (1869-1930) stato un generale italiano, teorico della guerra aerea, contemporaneo degli altri sostenitori del bombardamento strategico Billy Mitchell e sir Hugh Trenchard. Nel 1921 pubblicò il trattato Il dominio dell'aria che ebbe una grande influenza sui contemporanei e ancora oggi è oggetto di studi di ambito aeronautico-militare

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Testo di: Fortunato Minniti, da: L'Aeronautica italiana nella I Guerra Mondiale, Atti del Convegno, Roma 21-22 novembre 2007

Bessie Coleman Comincia presto Bessie Coleman a dover fare i conti con la carenza di mezzi e i pregiudizi. Nata nel 1892 in Texas da una famiglia poverissima, dopo studi intermittenti trova lavoro a Chicago come manicure. È affascinata dalle storie di aviazione, ma le sue domande di essere ammessa ad una scuola di volo vengono sempre rifiutate. Con l'aiuto di alcuni sostenitori e coi suoi risparmi nel 1920 la ragazza si reca in Francia e prende il brevetto, divenendo così la prima aviatrice afroamericana. Tornata negli Stati Uniti, Queen Bess o Brave Bess, come viene subito chiamata, comincia a esibirsi nelle fiere di paese manifestando pure l'intenzione di aprire una scuola di pilotaggio aperta a persone di colore. Nel 1923 acquista il suo primo aereo, un residuato bellico con cui ha un grave incidente che la costringe a terra per molto tempo. Trovato un altro aereo, usato come il primo, rientra nel giro delle esibizioni, ma il 30 aprile 1926, durante un volo di prova a Jacksonville, in Florida, i comandi di volo si bloccano. Bessie è sbalzata dall'abitacolo da circa mille metri di quota ed anche il compagno muore nella caduta della macchina.

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