Il Circuito Aereo di Brescia

Prima costoro. Sono tre giovani praghesi, arrivati per vedere Bleriot, a conferma della passione che questi suscita tra i sudditi dell’Impero. Sono i fratelli Brod e il ventiseienne Kafka, che della manifestazione scrive una cronaca nella quale sa cogliere l’essenza del volo, la distinzione tra chi vola e chi no, più complessa nei contenuti dell’evidenza che sembra caratterizzarla. Qualcuno, si riferisce proprio a Bleriot, lassù “si difende da un pericolo invisibile volontariamente assunto. Noi invece siamo respinti quaggiù, ridotti a nulla, e osserviamo quest’uomo”.

La distinzione tra chi vola e chi no introduce una differenza di valore la quale innesta sull’estetica (bellezza e armonia del movimento, visione da lontano, scoperta di sensazioni inebrianti) un’etica del volo (rischio calcolato e possibile sacrificio della vita, progresso tecnico e umano verso applicazioni e mete di interesse collettivo, come quelle belliche). L’etica si rafforza appunto col rischio crescente dei voli che nel 1910 fa registrare 32 incidenti mortali contro i tre dell’anno precedente e dal 1914 con le prime e sempre più numerose operazioni di guerra. Le dimensioni estetica ed etica si sovrasteranno a lungo le altre forze che alimentano la diffusione del volo, quella scientifico-tecnologica, e quella economica. Bachelard sottolinea che, in quanto simbolo, il volo ha un forte valore estetico. E’ infatti sogno ricorrente dell’uomo che questi fa anche a occhi aperti e stimola la creatività dei poeti. Quando, grazie all’aereo, cessa di essere un’assurdità, realizza per lui un inedito “stato aereo”, quale dinamica e ascendente condizione dell’essere, reale sicuramente per i pochi che volano, mentale per i tanti che stanno a guardare.

A Brescia gli italiani sono decine di migliaia. Tra di essi un ragazzo di meno di 16 anni, che forse da grande farà il conduttore di carrozze e invece diventerà in otto mesi un asso della caccia, il secondo dopo Baracca. E’ Scaroni, rapito per sempre da quanto vede, Garros a Reims. Tra le persone che godono di grande fama vi sono Puccini, uomo di musica e anche di motori, che ama e colleziona automobili e motoscafi; Marinetti, per le ragioni di simpatia creativa che sappiamo; D’Annunzio, che non poteva mancare. A spese del suo editore, in giacca rosso scuro, guanti grigi e ghette, decide di fare e fa l’ultimo passo, è il caso di dire non solo metaforicamente, verso il volo. Bleriot lo snobba, Curtiss lo solleva da terra di qualche metro, in un “modesto e goffo galoppo”, parole di Luigi Barzini, ma Calderara nella sera che scende, lo porta davvero in aria e il gioco è fatto.

 

PAGINA 8

Marie Marvingt
1875-1963

Le annotazioni di Kafka, nella loro continua mescolanza e variabilità, possono ricondursi a tre argomenti principali: episodi e schizzi della vita di ogni giorno, ritratti di persone, note di conversazioni, ecc.; abbozzi più o meno compiuti di racconti e composizioni in prosa; riflessioni su se stesso, sui propri stati d'animo, ritorni insistenti e quasi ossessivi su alcune idee che non solo percorrono tutti i Diari, ma si riconoscono tra i motivi ispiratori delle altre sue opere: la paura della malattia, la solitudine, il timore e il desiderio del matrimonio, l'odio inconscio per i genitori, la sua posizione di fronte all'Ebraismo e al Cristianesimo.

“Franz Kafka è uno dei maggiori rappresentanti della letteratura tedesca in Boemia. Autore di racconti e romanzi, ha narrato le angosce e le inquietudini dell’uomo novecentesco. Il peso di una colpa sconosciuta, i meccanismi di un potere oppressivo, uno spazio labirintico senza via di uscita sono gli elementi costitutivi dell’universo kafkiano.

Visita gli altri siti del Circolo del 72

Testo di: Fortunato Minniti, da: L'Aeronautica italiana nella I Guerra Mondiale, Atti del Convegno, Roma 21-22 novembre 2007

Marie Marvingt. Francese di Aurillac, dov’è nata nel 1875, Marie Marvingt resta orfana di madre e deve aiutare il padre ad allevare gli altri quattro fratelli. Ciò non le impedisce di continuare gli studi e di dedicarsi ai tanti sport nei quali si cimenta: nuoto, ciclismo, sci, alpinismo, pattinaggio, canottaggio, scherma, equitazione, ginnastica e tiro a segno. È la prima nuotatrice ad attraversare Parigi lungo la Senna e la sola donna riconosciuta tiratrice scelta dal ministero della Guerra. Lo spirito d’avventura la porta nel 1909 a intraprendere un volo insieme a Emil Garnier sull’aerostato Etoile-Filante che da Nancy, raggiunge le coste inglesi in quattordici ore. Già l’anno successivo ottiene da Hubert Latham il brevetto di aviatore n. 281, diventando così la terza donna pilota di aeroplano. Con un Antoinette partecipa a raduni e gare conquistando primati femminili di durata e distanza. Già assistente di grandi chirurghi, vede nell’aereo un mezzo per il trasporto dei feriti: l’idea si realizza col progetto dell’ing. Béchereau per il primo aereo sanitario. Durante la seconda guerra mondiale apre un centro per l’accoglienza di aviatori convalescenti. Muore a Nancy nel 1963.

×