Gli accenni ai temi antimilitaristici e antimafia ricorrono spesso nella "canzone militante" italiana. Nel 1985 i Nomadi, nell'album "Ci penserà poi il computer", hanno inciso "Il Pilota di Hiroscima" che prova a scandagliare la coscienza del pilota di "Enola Gay" che lanciò la prima atomica. Ancora De Gregori, nel CD "Terra di nessuno" del 1987, ha cantato "Pilota di Guerra", inno alla pace dedicato ad Antoine De Saint Exupery, scrittore e aviatore francese, autore del famoso romanzo "Il piccolo principe" e di altri romanzi e racconti sul mondo dei primi voli aerei, tra i quali "Volo di notte" e "L'aviatore". Nel 1999, poco dopo la fine dell'interven to aereo della NATO in Serbia, in difesa delle popolazioni del Kosovo, il trio Jovannotti-Ligabue-Pelù ha realizzato il singolo "Io mio nome è mai più", i cui proventi sono stati devoluti in beneficenza a sostegno del l'impegno di Emergency in Afghanistan, Cambogia, ex Jugoslavia e Sierra Leone. Il brano, che è risultato il singolo più venduto in Italia in quell'anno, racconta la storia di un pilota militare statunitense che annuncia la sua obiezione di coscienza perchè si sente tradito. Arruolandosi pensava di poter far del bene e qualcosa d'importante; invece, è finito a fare una guerra che altri definiscono "giusta". Senza entrare nel merito politico -etnico-religioso-militare della vicenda, quel pilota, che rappresenta tutti i piloti della NATO che sono stati impegnati in quell'operazione, qualcosa di positivo e di utile lo ha fatto: ha contribuito a porre fine alla fase più cruenta dell'ultimo conflitto nella martoriata ex-Jugoslavia, anche se la questione del Kosovo non è stata ancora definita. Se Jovannotti, Ligabue e Pelù non hanno avuto dubbi nell'opporsi a tutte le guerre, più realisticamente Edoardo Bennato, nel brano "Un aereo per l'Afghanistan" (dall'album del 2010 "Le vie del rock sono infinite", mostra minori certezze e dopo essersi posto una domanda, lascia che sia l'ascoltatore a decidere.

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Francesco De Gregori

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Testo tratto da: Antonio De Rosa, Un Aeroplano in Volo tra le Note, Rivista Aeronautica, 2013

IL PILOTA DI HIROSHIMA
Da: Ci penserà poi il computer, Nomadi, 1985

Fuori nel mondo chissà dove o su nel cielo fra gli eterni eroi, ma nel fondo di un profondo eterno vive un uomo vive il suo inferno. La sua bocca più non parla, le sue notti non le dorme più, sta nascosto dietro il suo pensiero, muore un uomo muore senza il vero. Il pilota di Hirioshima un duro alla maniera di John Wayne Ray Ban scuri, il lavoro era guerra, ma negli occhi quel bimbo sulla terra. Fuori nel mondo chissà dove, nel riflesso del cielo nello stagno striscia ancora la scia di vapore del suo aereo e di quelle ore. Il pilota di Hirioshima un duro alla maniera di John Wayne Ray Ban scuri, il lavoro era guerra, ma negli occhi quel bimbo sulla terra. Sente battere le ali, sente il freddo tutto intorno a sé, vede luci di luce più abbagliante di quel sole esploso in un istante


Il testo contenuto in questa pagina è di proprietà dell’autore. Volidagno è una raccolta musicale con lo scopo di far conoscere a quante più persone possibile il panorama musicale dedicato al mondo del volo.

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IL MIO NOME E' MAI PIU'
Jovannotti, Ligabue, Pelù di Ivano Fossati, 2003

Io non lo so chi c'ha ragione e chi no se è una questione di etnia, di economia, oppure solo pazzia: difficile saperlo. Quello che so è che non è fantasia e che nessuno c'ha ragione e così sia, e pochi mesi ad un giro di boa per voi così moderno C'era una volta la mia vita c'era una volta la mia casa c'era una volta e voglio che sia ancora. E voglio il nome di chi si impegna a fare i conti con la propria vergogna. Dormite pure voi che avete ancora sogni, sogni, sogni Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più... Eccomi qua, seguivo gli ordini che ricevevo c'è stato un tempo in cui io credevo che arruolandomi in aviazione avrei girato il mondo e fatto bene alla mia gente (e) fatto qualcosa di importante. In fondo a me, a me piaceva volare... C'era una volta un aeroplano un militare americano c'era una volta il gioco di un bambino. E voglio i nomi di chi ha mentito di chi ha parlato di una guerra giusta io non le lancio più le vostre sante bombe, bombe, bombe, bombe, BOMBE! Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più... Io dico si dico si può sapere convivere è dura già, lo so. Ma per questo il compromesso è la strada del mio crescere. E dico si al dialogo perchè la pace è l'unica vittoria l'unico gesto in ogni senso che dà un peso al nostro vivere, vivere, vivere. Io dico si dico si può cercare pace è l'unica vittoria l'unico gesto in ogni senso che darà forza al nostro vivere. Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più, mai più, mai più Il mio nome è mai più... Segnala testo errato Altri testi di Ligabue Tu Sei Lei Certe Notti Ti Sento L'amore Conta Per Sempre Piccola Stella Senza Cielo Niente Paura Siamo Chi Siamo La Neve Se Ne Frega Sono Sempre I Sogni A Dare Forma Al Mondo


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PILOTA DI GUERRA
Da: La valigia dell'attore di Francesco De Gregori, 2006

Non per entrare nel merito del motore, ogni motore ha una musica e io la so. Così per sempre nel vento la farò cantare, per questa mia povera terra da sud a nord. E quanto è solo un uomo lo sa solo Dio, mentre volo sopra le ferite della città. E come un grande amore gli dico addio, e come è solo un uomo lo so solo io. Oltre le nuvole, oltre le nuvole, o se possibile ancora un minuto più in là, con questa notte ai miei piedi, più nera e più buia a vederla da qua, ma un giorno il giorno tornerà. Così la vita vola sotto le ali, e passa un'altra notte su questa guerra, e sulle case degli uomini tutti uguali, nel grande orfanotrofio della terra. E a cosa serve un uomo lo so solo io, che spargo sale sopra le ferite della città. E come a un grande amore gli dico addio, e a cosa serve un uomo lo sa solo Dio. Oltre le nuvole, oltre le nuvole, o se possibile ancora un minuto più in là, con questa notte ai miei piedi, più nera e più buia a vederla da qua, ma un giorno il giorno tornerà.

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UNA AEREO PER L'AFGHANISTAN
Da: Le vie del rock sono infinite, Edoardo Bennato, 2010

Hey... Guarda quell'aereo che sta per partire per l'Afghanistan Sembra la macchina del tempo che in sole poche ore ti trasporterà lontano verso il passato. Fino a mille anni fa... Sembra un film di fantascienza ma non è sicuro che ti piacerà Sembra il nostro medioevo ma non è finzione, questa è la realtà Questa è l'alba del duemila in Afghanistan! Nono reggimento di soldati italiani nell'inferno di Kabul Strumento di aggressione o missione di pace? Cos'è decidilo tu... Tu che cerchi ogni sera nuove emozioni nello show del telegiornale O tu che metti in scena la rivoluzione nel teatrino di un centro sociale Hey... Guarda quei ragazzi bene equipaggiati che stanno per andare E altri bene addestrati a recitare slogans per farli ritornare Chi è che ha in mano i fili e che li fa ballare? Nono reggimento di soldati italiani nell'inferno di Kabul Strumento di aggressione o missione di pace? Cos'è decidilo tu... Tu che cerchi ogni sera nuove emozioni nello show del telegiornale O tu che metti in scena la rivoluzione nel teatrino di un centro sociale Nono reggimento di soldati italiani nell'inferno di Kabul Strumento di aggressione o missione di pace? Cos'è decidilo tu... Tu che hai le idee chiare spiega a chi ce l'ha confuse lì che cosa ci sta a fare E in nome di che colpa o di che ideale corre il rischio di farsi ammazzare

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MIO FRATELLO AVIATORE
Goran Kuzminac, Gli Angoli Del Mondo (1999)

Mi ricordo che allora non voleva studiare Gli piaceva guardare fuori dalla finestra le nuvole passare. Osservava per ore gli aeroplani di carta disegnati a matita contro i raggi di sole, dentro il naso le dita. Per il suo compleanno una giacca di pelle, se ci sono le stelle la vuole indossare. Ed accende il motore poi di colpo sparisce e non lo vedi arrivare, fino a quando c'e' luce per potersi orientare, quella cosa che vedi ma non sai cosa sia e' mio fratello che parte e non puo' farsi male c'e' del fumo in coda e poco dopo una scia lontano... lontano. Mio fratello aviatore ha compiuto vent'anni ogni giorno e' un mistero Ogni giorno e' diverso, una volta si e' perso per tornarsene a casa ha inseguito gli uccelli mentre il soffio del vento gli spettinava i capelli. Ma una scheggia di piombo nel suo serbatoio e guardando di sotto avvicinarsi la terra ha conquistato lo spazio, una buca perfetta lunga circa sei metri ed ha capito la guerra. Quella voce che senti ma non sai dove arriva E' mio fratello aviatore che ti vuole parlare, se per caso la senti quella voce lontana, e' mio fratello che chiama dalla cima del Guadarrama.


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UN AVIATORE IRLANDESE PREVEDE LA SUA MORTE
Da: Branduardi canta Yeats di Angelo Branduardi, 1986

Io lo so che sarà là, da qualche parte tra le nuvole, sarà là che incontrerò alla fine il mio destino; io non odio questa gente che ora devo combattere, e non amo questa gente che io devo difendere; il mio paese è Kiltartan Cross, la mia gente i suoi contadini, nulla di tutto ciò può renderli più o meno felici. Nè la legge nè il diritto mi spinsero a combattere, non fu la politica, nè l'applauso della folla. Un impulso di gioia fu, un impulso solitario che mi spinse un giorno a questo tumulto fra le nuvole; nella mia mente ho tutto calcolato, tutto considerato, e gli anni a venire mi sono sembrati uno spreco di fiato, uno spreco di fiato gli anni che ho passato in paragone a questa vita, a questa morte.


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