Si legga ora, in conclusione, la prosa che segue; tra il serio e il faceto,
tra verità e leggenda, chi racconta ricorda che da fatalità
apparentemente poco determinanti sono nati nella storia sviluppi
imprevisti in tutti i campi:
Un pomo ci tolse il Paradiso ...
Oggi che anche la luna è sorpassata, l’uomo contemporaneo è pronto
a prendere il largo verso nuove avventure celesti e spaziali, disposto ad
affidarsi a qualche altro velivolo miracoloso, simbolo di libertà e
liberazione, proprio come Cosimo nel Barone rampante, romanzo di fantasia che Italo Calvino ambienta nel Settecento, il secolo da cui
prende le mosse la modernità:
Certi aeronauti inglesi ...
Nel comportamento umano rimane comunque un neo,
un’imperfezione sulla quale la poesia invita a riflettere. Si legga dal
Limone lunare. Non sentite l’odore di fumo? di Danilo Dolci; la raccolta,
del 1972, è canto di un poeta che dà voce, con dolorosa amarezza, al suo
profondo senso del dovere:
La troppa luce fa dolere gli occhi.
Nuvole chiare, quasi quieto il vento,
macchiano di oscure ombre il mare
dove non è più azzurro ma diviene
specchio di sole, luce consistente.
In alto lascia bianche scie un jet.
L’uccello per partire, alza le ali
per arrivare, arriva:
solo, o in gruppo.
Finora l’uomo
sa superare oceani col jet
quasi a occhi chiusi attraverso tempeste
ma organizzarsi libero gli è tanto
astruso che gli occorre
– tra bolli, visti, dogane, visite, turni in fila –
più tempo per partire e arrivare
che per volare
PAGINA 28
Angelo Canevari, Scivolata d'ala, 1938
Italo Calvino
Danilo Dolci
Lorenzo Viani
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Testo di: Anna Bellio, Voli di Sogno nella letteratura italiana del novecento, I.S.U. Università Cattolica, 2007