Il 17 dicembre del 1903 l’aereo dei fratelli Wright si leva in volo in
America; a Kitty Hawk si compie il primo volo a motore con una
persona a bordo. Alcuni anni dopo, il più giovane dei fratelli, Wilbur, da Le Mans,
entusiasma la Francia con le sue prove. Il 15 agosto 1908 scrive a
Orville: «i giornali e gli aviatori francesi sono quasi impazziti per
l’eccitazione» e il 25 agosto in un’altra lettera racconta: «L’eccitazione
suscitata dai brevi voli che ho fatto supera quasi ogni immaginazione. I
francesi sono impazziti. Invece di dubitare se noi possiamo fare qualcosa
sono pronti a credere che noi possiamo fare qualsiasi cosa».
Wilbur sa
bene che non è così e continua dichiarando al fratello un certo
imbarazzo perché, dice, lui ha bisogno di compiere esercitazioni aeree e
non di esibirsi e desidera continuare le prove in piena concentrazione.
La riuscita è naturalmente legata ad assidui studi, ricerche,
conoscenze acquisite, faticosa organizzazione, esperimenti, incidenti e
rischi.
A sostenere laboriosità ed intraprendenza, disponibilità di
energie mentali e fisiche è la passione, ad essa si sono abbandonati i
pionieri del volo dalle primissime prove a oggi. ‘Passione’ è una parola in
cui sta scritta la storia di tanti, tra cui molti poeti, pittori, musicisti,
architetti e scultori che ne colgono il senso profondo di ebbrezza e follia.
Studiosi, tecnici, ideatori e artisti del volo si riconoscono nel furore della
creazione. In loro è possibile rintracciare un comune denominatore che
si esprime nella concretezza dell’azione per gli uni, nella narrazione
allegorica per gli altri: è la noncuranza della morte in determinate
situazioni che esprimano un anelito di vita superiore, un’allucinazione
d’immortalità:
Icaro, Icaro, anch’io nel profondo
Mare precipiti, anch’io v’inabissi
la mia virtù, ma in eterno
in eterno
il nome mio resti al Mare profondo!
Nei seicentocinquanta versi del
Ditirambo IV
dell'Alcyone, Gabriele d’Annunzio canta l’impeto eroico che anela
ad esplorare l’ignoto superando ogni limite, anche a prezzo della vita ed
inserisce la propria celebrazione del mito classico entro la personale
rielaborazione, che egli compie in questi anni, della filosofia nietzchiana.
PAGINA 8
Tullio Crali, Le Freccie Tricolori, 1987
Orville Á Wilbur Wright
Gabriele D'Annunzio
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Testo di: Anna Bellio, Voli di Sogno nella letteratura italiana del novecento, I.S.U. Università Cattolica, 2007